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Gabinat

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Il Gabinat

All'Epifania, che “tütt i fést i a porta via” (porta via tutte le feste) è legata, soprattutto in Valtellina, un’usanza del tempo andato, quella del “gabinàt”.

La parola "gabinàt" deriva dal tedesco “Gaben Nacht” (notte dei doni) ed è un’esclamazione che si lancia, dalla vigilia al giorno dell’Epifania, a quanti si ha occasione di incontrare per la via o nelle case, cercando sempre, anche con astuzie e abili stratagemmi, di non lasciarsi prevenire.

Chi infatti si è sentito rivolgere tale esclamazione deve, per consuetudine, offrire semplici dolci o una bicchierata, cioè “pagà ‘l gabinàt”, a chi l’ha colto di sorpresa.

Il debito doveva comunque essere pagato entro il 17 gennaio, festa di S. Antonio Abate e inizio del Carnevale.

 

Vi era tuttavia anche chi non rispettava le regole e alla parola gabinàt si sottraeva al doveroso pagamento replicando “tira la cùa al gat!” (tira la coda al gatto).

 

La tradizione del gabinàt sembra derivare dalla Baviera dove alla vigilia di Natale, Capodanno e l’Epifania i ragazzi più poveri cantavano motivi sacri davanti alle abitazioni dei più abbienti per ricevere regali.

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I tempi

Apertura:

con la campane delle ore 12.00 della vigilia dell'Epifania

Conclusione:

con il suono del Mezzogiorno dell'Epifania

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