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La Comunita' saluta don Flavio!
Carissimo don Flavio, siamo riuniti oggi, per ringraziare insieme il Signore, per averci donato te e il tuo servizio di pastore tra noi, e per ringraziare te, che sei stato Sacerdote presente e amico vero.
“La parrocchia è sempre un cantiere aperto dove si affrontano nuove sfide e nuove frontiere” (don Flavio). Con queste parole, il 12 ottobre 2014 accogliesti il Vescovo Diego per la visita pastorale, paragonando la nostra chiesa collegiata in restauro, ieri come oggi, alla nostra comunità, cantiere aperto di vita. Proprio da queste tue parole vorremmo ricavare 3 insegnamenti, impronta del tuo passaggio tra noi e segno del nostro grazie.
Il primo: “La parrocchia è un cantiere sempre aperto”.
In questi anni in mezzo a noi si può dire che i cantieri ti abbiano accompagnato: basti pensare al restauro dell’intera chiesa parrocchiale, gioiello di storia e di fede per Teglio e per tutta la Valtellina, e al rifacimento dell’oratorio, luogo simbolo della crescita umana e cristiana dei più giovani.
L’apertura è lo stile che ti ha sempre caratterizzato: a tutti quelli che hai incontrato hai donato un sorriso, una parola o semplicemente uno sguardo di attenzione. A chiunque: giovani o anziani, conoscenti o passanti, persone vicine o lontane, senza distinzione.
Il secondo insegnamento: “La parrocchia è il luogo in cui si affrontano nuove sfide”.
In questi anni in mezzo a noi hai dovuto affrontare tante sfide, sempre nuove, legate soprattutto alla gestione non semplice della nostra realtà, composta da numerose frazioni lontane tra loro e caratterizzata dal turismo estivo ed invernale. Una tra le tante, che hai attuato con successo, è la realizzazione di belle e proficue collaborazioni con le associazioni del territorio e con le altre 4 parrocchie dell’Unità Pastorale.
Il coraggio è lo stile che ti ha sempre caratterizzato: hai affrontato con determinazione e senza timore le prove che il Signore ti ha posto davanti, incarnando il messaggio del Vangelo nella tua vita e nella tua predicazione. Le tue parole nelle omelie sono sempre state accessibili, coraggiose e provocatorie, al punto di domandarsi se le avessi scritte pensando a ciascuno di noi.
Il terzo insegnamento: “La parrocchia è il luogo in cui si scoprono nuove frontiere”.
In questi anni in mezzo a noi hai scoperto e ci hai fatto scoprire nuove frontiere, facendoti testimone di una “Chiesa in uscita”: hai trasformato ciò che “si era sempre fatto così” in qualcosa di nuovo, moderno, adatto al cambiamento dei tempi. E nel farlo hai valorizzato i doni che il Signore ha posto nelle numerose persone che hai coinvolto in diversi ambiti: nella liturgia, nell’animazione, nella catechesi o nell’oratorio.
La disponibilità è lo stile che ti ha sempre caratterizzato: hai affrontato con fiducia le novità di questi tempi, a partire da quelle della comunicazione mediatica, come il sito internet e i canali social, consapevole che si tratta di strumenti che mettono al centro il mondo dei giovani. Le nuove frontiere non ti hanno mai spaventato, come testimonia oggi il tuo sì, obbediente ed umile, al nuovo incarico nella parrocchia di Olgiate, seconda per grandezza ed importanza nella nostra Diocesi.
Prima di concludere questo nostro ringraziamento, vorremmo farti due doni, che crediamo siano simbolo della tua apertura, del tuo coraggio e della tua disponibilità.
Il primo: un computer portatile, per augurarti di continuare a lavorare come ci hai insegnato, con passione e tenacia perché “le cose migliori si ottengono solo con il massimo dell’impegno” (Goethe).
Il secondo: la stola che hai indossato durante questa celebrazione, segno del servizio sacerdotale, per augurarti di non smettere mai di essere servo tra gli uomini, come Gesù che “quando ebbe lavato i piedi ai discepoli riprese le sue vesti, ma non depose l’asciugamano, perché non si smette di essere servi quando si ha compreso la bellezza della carità, la bellezza del servizio” (don Flavio).
Dirti grazie è facile, salutarti lo è meno.
Ma siamo consapevoli che vivere è il prezzo del futuro, perciò fai buon viaggio della vita perché finché c’è una strada, non è mai finita (C. Baglioni).
La comunità parrocchiale di Teglio
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